L’imaging di Risonanza Magnetica funzionale (fMRI) è lo strumento d’elezione per lo studio della funzione celebrale, sia in condizioni fisiologiche, sia in condizioni patologiche. In aggiunta allo studio dell’attività cerebrale determinata dallo svolgimento di compiti di diversa natura, la tecnica fMRI è largamente utilizzata anche nello studio delle fluttuazioni intrinseche del segnale BOLD in uno stato di relativo risposo (Resting State, RS). La connettività funzionale può essere definita come la correlazione temporale del segnale in due o più regioni anatomicamente distinte e spazialmente remote. Questa tecnica ha recentemente catalizzato l’attenzione nel campo dell’esplorazione della funzione cerebrale. Lo studio della connettività funzionale può avvenire utilizzando diversi metodi che di base misurano la correlazione tra l’andamento temporale del segnale in una regione del cervello e l’andamento temporale nel resto del cervello. L’assunzione di base è che la somiglianza negli andamenti temporali delle fluttuazioni del segnale nelle diverse aree suggerisce che le stesse sono in costante comunicazione e formano un network funzionale. La coerenza dei network funzionali nell’uomo, in condizioni fisiologiche è comprovata e la variazione degli stessi in condizioni patologiche è largamente studiata. È stata dimostrata l’esistenza di alcuni network la cui connessione è alterata dall’invecchiamento o dalla malattia. La popolarità di tale metodo risiede in diversi fattori. Tra le tecniche di neuroimmagini l’fMRI è sicuramente ideale nello studio della connettività funzionale grazie alla superiore risoluzione spaziale che permette di discriminare i vari networks. Inoltre la relativa facilità di acquisizione dei dati (i pazienti non devono svolgere alcun compito) la rende adatta ad essere utilizzata in ambito clinico dove spesso le patologie più invalidanti pregiudicano l’esecuzione di compiti anche facili. Tutte queste ragioni e molte altre, di aspetto più tecnico, hanno reso la connettività funzionale una delle più popolari aree di ricerca nel campo delle neuroscienze.